Una lettera aperta perché chi può – e deve – intervenga. Lo stato di abbandono della frazione marina di Camerini, raccontata dal sig. Gianfranco Marinelli che ha inoltrato ai media il documento sulla situazione in cui vive quello spicchio di costa della Città Bianca, è questione che va affrontata subito.

Uno stato di abbandono che è cresciuto negli anni proprio come raccontato nella lettera: insegne di esercizi che si spengono definitivamente; strade in cui manca la pubblica illuminazione e ruderi che dovranno essere abbattuti, come già annunciato dall’amministrazione comunale.

“Era un piccolo borgo felice. Così me lo ricordo fino a 20 anni fa. Sono cresciuto a Camerini e qui ho passato 50 estati della mia vita – afferma nella lettera il sig. Gianfranco -. L’inverno in città, al nord, con papà alla Fiat, mamma in sartoria e io a scuola o all’oratorio. D’estate tutto cambiava, io e mamma scendevamo nella sua città natale, Ostuni, e trascorrevamo i mesi più caldi nella casa al mare “a camerini”.  Si può dire che queste piccole strade – scrive ancora – sono la casa della mia vita felice, ogni ricordo – dai ‘70 ai primi anni 2000 – è contraddistinto da bei ricordi”.

E vengono passati in rassegna questi ricordi: “Il gelato e le serate danzanti al Faro; la spesa nel Mimmo market; la pizza da Bruno; i bagni al mare e le nottate a guardare le stelle in spiaggia”.

Da qui il cambiamento della frazione marina che negli anni si è trasformata in quella che oggi si vede nelle foto che il sig. Gianfranco ha allegato alla sua mail.  “Dal 2003/2005 ho cominciato a trovare i camerini invecchiati almeno quanto me – scrive nella lettera – ogni anno io tornavo con 10 rughe in più, e il paese del mare lo trovavo con 10 crepe in più. Locali abbandonati, chiusi e fatiscenti. Ruderi pericolosi sotto cui la gente si ripara dal sole come in quelle foto di mondi lontani, con condizioni igieniche precarie e strutture pericolanti. Ma sembra tutto essere normale qua – prosegue -. I piedi che spuntano dalle sdraio distese sotto i grezzi sono diventati emblema del luogo”.

Oggi la situazione è completamente cambiata per via della trasformazione fino allo stato di abbandono della frazione marina di Ostuni: “Mimmo market ha chiuso i battenti da anni – sottolinea – la pizzeria di Bruno pure e mai più è riuscita ad essere casa, le gelaterie, le sala giochi, i bar. Niente esiste più. L’unico barlume di civiltà rimasto sulla spiaggia grande, sono gli aperitivi del Faro e gli spaghetti al Veliero – prosegue -. Torno quest’anno e scopro che pure il Veliero ha dovuto chiudere i battenti, e ho paura che l’unico posto in cui portavo con piacere gli amici a mangiare diventerà l’ennesimo rudere di Camerini. Il cuore piange al pensiero di quante estati ho trascorso qui. Il cuore piange al pensiero di me che invecchio e che non riesco più a soggiornare in un posto privo di qualsiasi servizio. Sono a Ostuni da pochi giorni – conclude nella lettera Gianfranco – ma l’amarezza è talmente tanta che probabilmente questa estate non la passerò qui”.