Claudia Trifan: “Ordinanze lesive per la libertà costituzionale del cittadino e dell’impresa – Lettera aperta all’Amministrazione Comunale di Ostuni e al Prefetto della Provincia di Brindisi”

Spettabili organi istituzionali, premesso che la riflessione che vi inoltriamo nasce da un’acuta forma di rispetto nei confronti della legge e degli organi competenti a farla rispettare, affinché tutti noi potessimo vivere in una società sicura e garantista dei diritti
del cittadino, ed è proprio per questo che non si può rimanere silenti di fronte ad una decisione estrema e ‘’punitiva’’, come si recepisce dalle ordinanze emesse.

Le domande sarebbero tante per poter comprendere innanzitutto la forma di queste ordinanze, l’obiettivo che si pensa di raggiungere, però, dato il mancato dialogo in merito, ci soffermiamo solo a ribadire che siamo tutti concordi: una riflessione va fatta sugli strumenti da adoperare per migliorare il connubio tra città turistica, con un borgo che rappresenta uno degli attrattori principali della nostra città, e, il diritto alla ‘’vivibilità’’ dei residenti presenti nell’area del centro storico, ma siamo certi che il risultato di questa riflessione debba essere una ‘’punizione’’ per tutto un comparto produttivo soprattutto in un periodo storico come quello che stiamo vivendo da 28 mesi, e dal quale tutti noi, cittadini e imprese stiamo lottando per uscirne?

È davvero giusto togliere la possibilità di lavorare, su tutto il territorio ostunese, nel cuore dell’estate, a tutte quelle attività che vendono e somministrano bevande e alimenti, pensando di risolvere tutti i problemi riguardanti la sicurezza pubblica o il decoro urbano, senza una minima riflessione rivolta a quelle persone che lavorano fino alle 02.00 del mattino, offrendo un servizio, e che finito di lavorare, vorrebbero fare colazione mangiando un cornetto, o a chi si alza alle 4 del mattino per andare a lavorare e si vede tolta la possibilità di iniziare la giornata con l’abituale colazione al bar, infine, senza considerare l’impatto su chi deve sposarsi in questo periodo e deve per forza chiedere un permesso al comune se vuole brindare con una coppa di champagne alle 3 del mattino per concludere la festa più importante della propria vita….

Siamo sicuri che sono state valutate tutte queste conseguenze prima di agire e limitare i diritti, non solo degli operatori economici, indotti a chiudere le attività alle 2 con le chiare conseguenze che emergono, sia a livello economico, che occupazionale, ma anche del cittadino che, generalmente rispettoso delle regole, si vede tolta la possibilità di soffermarsi mezz’ora dopo le due, in un contesto pubblico di una serata d’estate passata in spensieratezza con gli amici. Ecco dove sta lo sgomento, di fronte a ‘’episodi di ordine pubblico accaduti negli anni passati’’(cit. ordinanze), è meglio limitare le libertà personali e la libertà d’impresa, ‘’punendo’’ di fatto, una parte di un comparto economico della città?

Oppure sarebbe stato meglio attivarsi e fare il più che l’impossibile per garantire la sicurezza ed il rispetto delle regole che esistono già, attivarsi e garantire la presenza continuativa delle forze dell’ordine nella zona in cui si sono verificati gli episodi di disordine pubblico, attivarsi, in qualità di riferimenti dello stato sul territorio, nel costruire un dialogo serrato con tutte le parti coinvolte, affinché si potessero costruire e mediare strumenti condivisi che non ledessero i diritti di nessuno, incamminandosi cosi verso il raggiungimento di quel obiettivo chiamato ‘’coscienza comune’’ che porti al miglioramento della qualità della vita di una comunità.

Concludiamo con l’invito ad una profonda riflessione da parte di tutti, noi cittadini, nonché degli organi competenti, augurandoci che le voci di molti cittadini e le voci di operatori economici appartenenti al comparto più leso, non restino inascoltate, perché, noi tutti, siamo cittadini ostunesi convinti che in democrazia il dialogo è lo strumento idoneo per la risoluzione di incomprensioni, le forze dell’ordine sono il mezzo per garantire il rispetto delle leggi da parte di chi le infrange e che una ‘’ spedizione punitiva’’ come questa non sia minimamente accettabile in una città come Ostuni, che rappresenta un fiore all’occhiello del turismo pugliese nonché italiano, e, che vede lesa la sua immagine per l’ennesima volta.